{La morte del poeta Eschilo dimostra quanto sia inutile cercare di sfuggire al proprio destino}
In questo modo si narra sia morto il grande poeta Eschilo: un oracolo gli aveva predetto che sarebbe morto a causa di ‘qualcosa che sarebbe caduto dal cielo’. Così Eschilo aveva sempre timore che qualcosa potesse cadergli sulla testa, e quando camminava guardava spesso all’insù, per assicurarsi che nessun oggetto lo potesse colpire.
Aveva anche immaginato che quel ‘qualcosa’ potesse essere un fulmine, perciò non usciva mai quando c’erano i temporali.
Una bella mattina di sole, egli uscì è andò in un grande campo deserto, sentendosi tranquillo per il fatto che lì nessuna cosa, egli pensava, gli sarebbe mai potuta cadere sulla testa.
Ma un’aquila che teneva fra gli artigli una grossa tartaruga passò proprio sopra a quel campo, cercando, come è abitudine di questi animali, una bella pietra su cui far cadere di colpo la tartaruga, in maniera da frantumare il guscio e potersi quindi nutrire della sua gustosissima carne.
L’aquila, sorvolando quel campo vuoto, fu subito attratta dalla testa di Eschilo: il poeta era calvo, e il sole si rifletteva sula sua testa lucida, rendendola ben visibile.
L’aquila fece cadere la tartaruga proprio sopra la sua testa, ed Eschilo prima di morire si rese conto che era stato assai vano cercare di sfuggire al proprio destino.