{Un giudizio avventato può essere frutto di un pregiudizio. Dai agli altri la possibilità di spiegare le loro azioni}
Un giorno una mamma, rientrando a casa dal lavoro, trovò la sua bambina con due mele nelle sue piccole manine.
Le guardava, le annusava, se le stava godendo prima di mangiarle, pregustando la loro dolcezza e morbidezza.
La mamma si avvicinò e, sorridendo, disse alla figlioletta:
«Che belle mele che hai! Me ne daresti una, per favore?»
La bimba guardò le sue due mele, una era rossa e l’altra gialla.
Dubitò per un attimo, guardandole entrambe, e finalmente morse quella rossa, l’assaporò per bene, e poi morse anche quella gialla, con la stessa calma e compiacenza.
La mamma sentì il sorriso sul suo volto congelarsi; si chiedeva perché e da quando sua figlia fosse diventata così insensibile, e perché le stesse facendo questo dispetto.
Ma cercò tuttavia di non rivelare la sua delusione.
In quello stesso momento, la bambina le porse una delle due mele dicendo:
«Tieni mammina, questa è quella più dolce.»
La mamma prese la mela e abbracciò la sua bambina perché non vedesse che aveva le lacrime agli occhi.
Insieme si sedettero a mangiare le mele.
Poi, quando la bambina fu concentrata su altro, la mamma scrisse un piccolo pensiero nel suo taccuino per non dimenticare:
“Non importa chi sei, come sei vissuto, cosa credi di aver visto o sentito, quanta esperienza e conoscenza pensi di avere… Ritarda sempre il giudizio, dai agli altri il privilegio di spiegarsi. Non fermarti alle apparenze: quello che percepisci può essere o non essere la realtà.”
{Autore ignoto — è un racconto che si trova nel web, diffuso nei vari social network}
Immagine: Ivan Radic